lunedì 1 dicembre 2008

Con qualcuno ci siamo già rivisti

Con qualcuno ci siamo rivisti sabato 22. Vi racconto com’é andata...
Avevo ancora dentro tutte le emozioni della sera del nostro incontro e facevo fatica a rivolgere la mia attenzione alle solite cose; e allora tanto valeva darci dentro: scaricare le foto fare un giro di mail, un po’ di telefonate, poi ancora a rivedere le foto... A un certo punto mi sono chiesto: é possibile fare 100 foto e una quindicina di micro-video in una festa con tanti amici e poi guardarsele da soli, Carla ed io, tuttalpiù coinvolgendo i nostri figli, certo curiosi e interessati agli sviluppi di questa iniziativa, ma non esageriamo...
Certo che no! E allora facciamole vedere... possibilmente senza delegare il tutto a tecnologie di comunicazione che non hanno attratto molti di noi e approfittando dell’occasione per gustare di nuovo il piacere di incontrarsi, prima che la magia si scolori.
Allora ho chiamato Luisa (ancora una volta partner organizzativo affidabile), che ha chiamato Gavino (che aveva chiesto una foto veloce, chissà perchè) e che ha accertato le disponibilità di Gianni... Senza eccessive pretese ho anche tentato di estendere l’invito ad altri: Giorgio e Flavio hanno subito aderito. Così ci vediamo dal Gianni, sabato 22/11 alle quattro p.m.!
Parcheggio e vedo appena sfilare una vecchia Fiat: c’è il sole basso dei fine giornata d’autunno vecchio e non distinguo l’autista che si sbraccia per salutare. D’istinto penso a Giorgio, chissà perchè, ma la targa è italiana... Scende Gavino, forse l’ultimo salutato sabato notte, e sembra che la settimana trascorsa non ci sia stata: riprende subito il tema di cosa il Collegio ha rappresentato per noi, per tutti noi, ma per gli interni di più... e questo nostro incontro è un’occasione per riportare attenzione sul destino del Collegio, sul suo degrado...
Forte Gavino, un po’ Sindaco e un po’ poeta, che disdice Internet perchè la tecnologia non condizioni troppo la formazione complessiva del figlio, che suona qualche volta con lui, che l’avrebbe portato alla nostra festa se non ci fosse stato nel pomeriggio l’incontro con i professori...
Raggiungiamo il Risorgimento: c’è un matrimonio, ma Gianni ha insistito perchè ci trovassimo comunque da lui (“E’ un matrimonio civile, non sono in tanti, vi riservo la saletta, così posso vederle anch’io!”). Luisa è già lì, ad esprimere la meraviglia e la soddisfazione per una serata che l’ha sorpresa, e il suo piacere per questa occasione di re-incontro ravvicinato, che rinnova la sensazione di bello. E poco importa che più tardi abbia un altro impegno: avrà detto “adesso devo proprio andare” una mezza dozzina di volte, ma c’era sempre una foto, una clip, un commento da non perdere...
Flavio (un po’ manager e un po’ musicista, qualche volta un po’ “buffone” ma che se serve c’è) ci ha raggiunti quasi subito, ha riempito la saletta della sua esuberanza e delle sue risate trascinanti, ha chiesto il salvataggio integrale di foto e video sulla sua “chiavetta” da 5 GB e via di corsa per impegni precedenti. Anche Giorgio (ancora assicuratore ma sempre più orientato alle colture, agli animali...) non si è potuto fermare troppo a lungo, ma ha riempito ogni spazio possibile con ricordi solo in parte legati alla scuola (lui, Gianni ed io condividevamo molte cose all’esterno, il complesso, le avventure, le prime uscite in macchina, i primi incidenti...)
Io purtroppo non ho la capacità di fissare i dettagli. Vivo questi momenti intensamente, con l’emozione che brucia i contorni, spesso indaffarato (il PC, l’alimentatore, salva questo, torna su quell’altro...) per cose che qualcuno deve pur fare... Forse Carla mi potrà aiutare, come fa spesso: ci ha raggiunti dopo aver fatto la giusta compagnia alla sua mamma e si è subito sintonizzata con noi.
Fra una storia e l’altra il pomeriggio è corso via così piacevolmente fino a che anche Chiara e Andrea, i nostri figli, ci hanno raggiunti per valutare insieme come conciliare la cena, la partita, e così via.
Quindi ci siamo lasciati come amici ritrovati, con l’impegno rinnovato per le cose che si potrebbero fare e per future occasioni di incontro.
Salendo in macchina dopo i saluti credo di aver pensato che avere uno spazio così grande (35 anni) da colmare moltiplicherà le occasioni per riempire insieme dei bei pezzi di presente e di futuro.
Voi che ne dite?

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