giovedì 17 settembre 2009

Ventenni senza lavoro e senza studio - I rischi di una generazione "stritolata"

Sfogliando il Corriere di oggi mi sono soffermato su un articolo di Maurizio Ferrera ("Ventenni senza lavoro: i rischi di una generazione "stritolata" http://www.corriere.it/economia/09_settembre_17/economia_futuro_giovani_in_trappola_ferrera_ff556152-a350-11de-a213-00144f02aabc.shtml ) che ho subito pensato di portare all'attenzione del nostro gruppo. La difficoltà dei giovani a reperire un lavoro "stabile" a studi terminati è uno dei temi che mi ha preso di più negli ultimi anni, anche se sul fronte strettamente famigliare debbo registrare che i miei figli non hanno dovuto patire troppo a lungo la condizione di precariato che sembra affliggere un gran numero di giovani come loro.
Credo di poter dire che noi, che pure in assoluto avevamo meno cose (e forse meno supporti), potevamo guardare al futuro con meno incertezze e con più prospettive di quelle che sembrano avere i ragazzi di oggi.
Cosa ne pensano i "ragionieri del 73"? Come vivono e interpretano questa "emergenza"?

domenica 13 settembre 2009

Favolosi anni '70

L'ultimo intervento prima della pausa estiva è stato mio. Mi sembra giusto che dopo le vacanze, a campionato ripreso ed alla vigilia del nuovo anno scolastico, mi prenda ancora un pò di spazio......

Dal libro di Umberto Ambrosoli che ripercorre le vicende che hanno portato all'assassinio del padre, oltre ad un'analisi degli avvenimenti successi negli anni '70:

"Per i giovani che leggono oggi è una distanza grande: pari a quella che separava i ragazzi d'allora dal secondo conflitto mondiale.......

....Più cose si cercano di capire degli anni Settanta, più se ne comprende la complessità, il carattere proteiforme: diversi a seconda di come li si guarda, di cosa si guarda e si cerca. Anni nobili e tremendi, di speranza e di tragedia insieme.....

....Muovendo lo sguardo da quei giorni all'oggi, mi sembra che l'unica vera differenza stia in una maggiore sfrontatezza: gli interessi illegittimi non sono sempre così occulti e dissimulati forse perchè certi comportamenti non sono più oggetto di riprovazione da parte della società, e anche perchè si può contare sull'assenza di una reazione....."

Tanti spunti di riflessione su quegli anni in cui io e i miei coetanei eravamo presi a studiare, diplomarci, cercare un lavoro, metter su famiglia, farsi una posizione. Non tutto è stato analizzato a suo tempo e visto nella sua giusta prospettiva.

Per questo trovo che questo libro, come l'anno scorso quello di Mario Calabresi dal delicato titolo "Spingendo la notte più in là", arricchisce la memoria e rinnova le emozioni. Sono le testimonianze degli avvenimenti più tragici, visti dalla parte delle vittime.